Abbiamo parlato con alcune atlete di serie A ed abbiamo chiesto loro come si comportano con: il cibo.
Abbiamo chiesto se avessero diete scritte imposte dai loro allenatori, porzioni proibite, cibi da non avvicinare neppure con il canocchiale… Ma siamo rimasti delusi (o forse meglio dire felici), leggete il perchè.
Tutte le nostre interpellate ci hanno confessato che non hanno una dieta imposta e che gestiscono il loro regime alimentare autonomamente. Tutte (chiaramente) sanno benissimo che il cibo “spazzatura” non è parte integrante della loro dieta e quindi conoscono il valore da dare al cibo “sano”.
Quindi si parte con una bella colazione con fette biscottate, biscotti, latte o thè, anche yougurt se piace, ma non disdegnano neppure un cappuccino ed una brioche. A pranzo di solito si preferisce la pasta, condita con sughi non esageratamente calorici, magari anche in bianco con il parmigiano, oppure con pesto o pomarola. La sera si preferisce invece la carne con un buon contorno e magari della frutta. Chiaramente le ragazze mangiano anche il pane, ma anche con quello non esagerano.Ed anche le merende sono principalmente frutta o barrette energetiche o qualche biscotto.
Un dato comune a tutte le risposte è che queste atlete fanno molta attenzione agli aspetti “nocivi” dei condimenti, degli alimenti ecc ma non stanno certo a digiuno. Pongono particolare attenzione alle quantità, a non esagerare, a non condire troppo, a non lasciarsi andare in inutili “merendine” o “bomboloni con crema”… anche se (rivelano) a volte proprio non riescono a dire di no a queste golosità.
Mi sono rimaste impresse due frasi che una di loro mi ha detto in tutta sincerità. La prima è che “imparare a conoscersi e sapersi gestire (anche con gli stravizi) è la migliore soluzione”. Ma più di tutto è che le imposizioni, le troppe attenzioni su alcuni aspetti (tra cui il cibo) possono portare ad ingigantire problemi inesistenti o minimi, e questo può portare a problemi ben maggiori anche a livello psicologico.
L’invito quindi, riassumendo, è di mangiare sano, regolare, con le giuste quantità, cercando di variare gli alimenti che portiamo in tavola.