E’ BENE INIZIARE IL PRIMA POSSIBILE? RISPONDE IL DTNF.
Da un paio d’anni a questa parte, in Italia, si sta assistendo ad una proliferazione di strutture societarie che intraprendono il percorso tecnico e scolastico proprio delle Accademie Nazionali che, sul territorio, ricordiamo essere tre: Milano, Roma e Brescia (internazionale).
Cosa vuol dire allora che tante società adesso offrono il sistema accademico ai loro iscritti?
Significa che, la società, privatamente, decide di allenare le proprie atlete anche in orari normalmente dedicati alla scuola e, di conseguenza, di offrire loro anche un supporto scolastico privatistico o parentale. Abbiamo deciso di rispondere pubblicamente alle vostre domande, perché sono ormai diversi mesi che riceviamo tanti commenti a riguardo.
Partiamo da un dato di fatto: non c’è da scandalizzarsi né da stupirsi se, in gara, vincono le atlete che hanno intrapreso questo percorso. E’ chiaro che, bambine che si allenano normalmente con ritmi e orari da professionisti avranno un bagaglio tecnico e mentale nettamente superiore a bimbe che, pur facendo agonismo, devono conciliare scuola e sport e si allenano tre ore al giorno. Da questo aspetto ne consegue un altro: “come motiviamo i nostri atleti ad allenarsi così tanto, a fare i compiti la sera tardi, a rinunciare ai pomeriggi fuori se poi in gara… non c’è gara?”.
Avremmo potuto rispondere personalmente a queste domande, e qualche volta ci siamo anche permessi di farlo, ma nessuno come il DT della Nazionale Enrico Casella, ha l’esperienza, l’autorità e le capacità tecniche per farlo al meglio.
– E’ davvero necessario iniziare un percorso accademico a 7/8 anni? E/o comunque prima delle medie?
(Il riferimento alle scuole medie è implicito, in quanto nelle Accademie Nazionali viene regolarmente offerto alle atlete di punta che iniziano un nuovo percorso scolastico, ma mai prima). “Assolutamente inutile e può essere anche controproducente iniziare in maniera precoce. Inoltre, anche in seguito, ha senso solo per bambine effettivamente dotate che possano avere una proiezione di crescita tecnica e fisica di assoluto livello“.
IL DTNF aggiunge poi quello che forse, più di tutti gli altri, dovrebbe far riflettere: l’aspetto psicologico.
“L’aspetto motivazionale è poi da considerare come fondamentale per pensare di proporre una tipologia di vita diversa dai loro coetanei. Tecnici e strutture adeguate a questi progetti non sono poi facili da reperire sul territorio nazionale“.
Attenzione quindi a chiedere troppo presto rinunce da “professionisti”, la scuola, la famiglia, lo stare con i coetanei è importante. Vincere non è mai il solo obiettivo, è opportuno far comprendere l’importanza del percorso agonistico che, parte da bambini, quando lo sport è sinonimo di divertimento, fino ad arrivare poi, in alcuni casi, ad essere una professione.
Con questo non vogliamo certo dire che non vi siano realtà che hanno le capacità di offrire validi servizi, ci mancherebbe, ma è corretto sottolineare che non è obbligatorio né caldamente consigliato. Per quanto riguarda il resto (parere personale), spiegate ai vostri atleti che saper conciliare scuola e allenamenti è un valore aggiunto, chiedete loro di essere responsabili, sempre.
Non si saltano gli allenamenti, né si salta scuola se non si ha studiato! Meglio un brutto voto, che poi si rimedia… perché partecipare è sempre meglio che rinunciare.
S.V.
Foto: Filippo Tomasi