Al termine di questo stratosferico Campionato Europeo non si può certo dire il contrario: la nazionale italiana è la nazionale da battere.
Ospitare gare importanti è sempre particolarmente emozionante, lo è per il pubblico, per gli addetti ai lavori, ma lo è soprattutto per gli atleti che si trovano catapultati in un contesto dove migliaia di persone applaudono al loro nome sventolando tricolori e striscioni. Il peso delle aspettative a volte può far commettere qualche errore di troppo, specialmente quando si è alle prime esperienze, e probabilmente questo è successo alle nostre juniores che, nella gara di qualifica (valida come finale a squadre e all around) hanno commesso qualche errore di troppo alla trave, dove sono estremamente necessari concentrazione e precisione.
Nonostante questo però, le azzurrine hanno comunque vinto l’argento di squadra e, grazie ad una splendida Giulia Perotti, l’argento nel concorso generale. Una volta rotto il ghiaccio con le emozioni, si è aperta la strada verso quello che era l’obiettivo delle finali di specialità… conquistare quanti più podi possibili, ma che ha superato alla grande ogni più roseo pronostico: oro al volteggio per Benedetta Gava e argento per Emma Puato; oro alle parallele, oro al corpo libero e bronzo alla trave per Giulia Perotti e argento al corpo libero per Emma Fioravanti.
La squadra delle juniores chiude i Campionati Europei con ben 8 medaglie: 3 ori, 4 argenti e 1 bronzo. Complimenti piccoline!
Le senior invece, iniziano questi Europei in salita. L’infortunio, in qualifica, di Asia D’Amato, rompe l’entusiasmo e l’equilibrio di una squadra che negli obiettivi non ha solo ben figurare in casa, ma prepararsi alle Olimpiadi di Parigi. L’emozioni contrastanti che hanno vissuto le ragazze in questa trasferta ci rimarranno impresse purtroppo, ma la ginnastica ha insegnato loro a reagire e così, anche se tutti noi (loro comprese) avremmo solo voluto abbracciare Asia e cancellare quella caduta, Alice, Manila, Elisa e Angela si prendono per mano e chiudono quella gara nel migliore dei modi possibili: Manila Esposito si laurea campionessa europea, Alice D’Amato vince l’argento e Angela Andreoli si piazza al terzo posto AA.
Nelle finali di specialità viene scritta un’altra pagina di storia: Alice vince un meritatissimo oro alle parallele davanti ad una sempre più impeccabile Elisa Iorio, che vince l’argento. In finale alla trave e al corpo libero ritroviamo la regina di questo Europeo, Manila Esposito che, non intende lasciare niente alle avversarie e vince di nuovo: è oro alla trave e oro al corpo libero!Alla trave abbiamo anche il 5^ posto di Alice D’Amato e al corpo libero il super bronzo di Angela Andreoli, sempre più competitiva e determinata.
L’Italia delle FATE arriva così all’ultima gara di questi Europei: la finale a squadre di ieri pomeriggio. Le aspettative sono tante, inutile negarlo, ma bisogna fare i conti con l’assenza di Asia e con i nuovi equilibri, così si cambiano leggermente gli schieramenti, ma quando una squadra è nettamente forte, questo non influisce sui risultati e infatti le azzurre, attrezzo dopo attrezzo, distaccano le avversarie, in questo caso la Gran Bretagna e si regalano l’ennesimo oro di questa avventura: l’Italia è Campione d’Europa!
Quante medaglie per le senior? Altre 8: 5 ori, 2 argenti, 1 bronzo.Questo successo è chiaramente merito dello staff tecnico che ogni giorno lavora al fianco di queste atlete, lo è della Federazione che lo rende possibile e lo è anche di tutte le altre azzurre, anche quelle che questa volta non hanno gareggiato, perché quando vince una squadra, vince l’intera squadra, questo non dimenticatevelo mai. GRAZIE ITALIA, CI HAI EMOZIONATO.
Grazie Manila, sei “il posto sicuro” e non per gli esercizi che fai, ma per come sei.
Grazie Alice, ci hai insegnato la resilienza.
Grazie Elisa, sei la compagna che ogni squadra dovrebbe avere.
Grazie Angela, piccola grande lavoratrice dal cuore d’oro.
Grazie Asia, sei cresciuta con questa squadra e l’hai resa sempre più imbattibile… ti aspettiamo.
Testo Silvia Vatteroni
Foto: Luigi Fardella e Filippo Tomasi