Finalmente il giorno che tutti attendevamo è arrivato, ed è stato carico di emozione e meraviglia.
Nella giornata odierna, infatti, si è svolta la terza giornata di finali ad attrezzo. Per quanto riguarda gli anelli hanno trionfato con due esercizi impeccabili i due cinesi Liu Yang (oro) e You Hao (argento), mentre il grandissimo anellista greco Eleftherios Petrounias si è dovuto accontentare della medaglia di bronzo. Si sono svolte oggi anche le finali al volteggio maschile, il podio in questo caso ha visto salire sul gradino più alto il coreano Jeahwan Shin, l’argento è andato al russo Denis Abliazin e il bronzo al ginnasta armeno Artur Davtyan.
Perdonerete il sintetico recap di questi due podi, ma il riassunto della finale al corpo libero femminile ha assorbito tutte le nostre emozioni. Come sappiamo, a giocarsi il tutto per tutto c’era la nostra incredibile Vanessa Ferrari. Ormai abbiamo tutti finito gli aggettivi per descriverla e la verità nuda e cruda è che Vanessa non necessita di aggettivi, la sua ginnastica parla per sè. Vanessa era consapevole che se avesse fatto il suo esercizio al meglio delle sue capacità non avrebbe avuto difficoltà a salire su uno qualsiasi dei gradini del podio Olimpico, ma la storia ci ha insegnato quanto la ginnastica possa essere imprevedibile e talvolta meschina. Vanessa lo ha provato sulla propria pelle, sperimentando il graffiante stridore del legno. Lo ha provato sperimentando il dolore di un infortunio e il conseguente senso di vuoto. Ma la storia ci ha insegnato anche che la ginnastica sa ripagare la tenacia. Lo ha dimostrato la brasiliana Andrade, ritornata dopo multiple rotture del legamento crociato. Lo ha dimostrato Vanessa Ferrari ritornando più forte di prima dopo i lunghi e difficili infortuni, oltre che il COVID solo qualche mese fa, che hanno semmai rallentato ma mai scoraggiato Vanessa.
La farfalla di Orzinuovi non ha mai perso di vista l’obiettivo. Non sono state le circostanze, la sventura o le coincidenze a farle perdere la strenue tenacia non solo di provarci, ma soprattutto di riuscirci. Il campo gara aveva le tinte azzurre, sui tanti spalti semivuoti di Tokyo c’erano tutti gli Italiani e gli europei che in questi anni sono cresciuti guardando il volteggiare di Vanessa, c’era anche chi di ginnastica non sa molto ma che, nonostante questo, il nome della Ferrari lo conosce bene.
Tutti noi, eravamo con il fiato sospeso e le lacrime incastrate a un centimetro dai nostri occhi. Vanessa ha volato, sicura, inscalfibile, precisa ed emozionante. Il rimbombo sordo di quella melodia tanto dolce qunato intensa ha fatto breccia nel cuore di tutti. Avevamo il battito impazzito e ogni arrivo perfettamente stoppato faceva crescere la consapevolezza dell’impresa. Ogni sguardo era un ruggito. Ogni passo di Vanessa accarezzava la SUA pedana con la dolcezza del battito d’ali di una farfalla e la potenza di un uragano. Vanessa sei forza, bellezza, danza e poesia. Vanessa oggi sei d’argento, un argento Olimpico che segna un record assoluto e che per noi vale più di un oro. Un argento che va a incastonare il tuo nome nella storia della ginnastica non solo Italiana ma mondiale. Insegnandoci che i sogni non hanno età, non hanno data di scadenza o condizioni. Ai sogni bisogna credere sempre e noi ti ringraziamo per averci creduto, anche questa volta.
Davanti alla nostra azzurra solo l’acrobatica spaziale dell’americana Jade Carey, che si è ripresa dalla brutta gara di ieri e che ha eseguito un esercizio pulitissimo e molto dinamico. Al terzo posto uno storico pari merito (stessa nota D e stessa nota E, con assenza di penalità neutre) la russa Angelina Melnikova e una bellissima Mai Murakami, anche lei artefice di un risultato storico per il suo Paese.
Oggi è stata una giornata che ricorderemo per sempre e che, anche a distanza di anni, non smetterà mai di emozionarci. Di questo siamo assolutamente sicuri.
Clotilde Formica
Foto: FIG