Non so perchè ma non riesco a definirla in modo diverso. E’ quella sensazione di respirare a pieni polmoni come se si fosse in cima ad una vetta con l’aria pulita e frizzantina. Ed invece magari sei in una palestra con l’aria ferma, magari tutto sudato perchè c’è il riscaldamento al massimo, ti muovi tra atleti altrettanto sudati e impegnati nel loro sport: ma quello che stai fotografando ti fa sentire bene.
E’ forse sbagliato lasciare il campo principale del tuo “essere fotografo” per andare dietro alle passioni? Non penso proprio. Prevalentemente scatto nel campo della moda con: modelle, abiti da sogno, trucchi effettuati da make up artist senza un difetto, foto con flash professionali, magari macchine del fumo e del vento. Ma amo con tutto me stesso immergermi in fotografia sportiva, in quella dove posso immortalare con uno scatto il gesto, l’attesa, la concentrazione, la gioia e il dolore.
Nonostante che per lavoro abbia fotografato un pò di tutto, dal volley al basket, dal motocross all’atletica, rimango innamorato della ginnastica artistica. Ma, come mi è stato detto recentemente, non è tanto il gesto tecnico in se’ stesso che mi attira, quanto i particolari che lo precedono e che ne fanno parte.
E la boccata d’aria che respiro non è l’aria cristallina di una vetta montana, non è neppure l’aria di una palestra, ma l’aria della concentrazione, della determinatezza, della passione nelle ore passate ad allenarsi.
Una boccata di ossigeno, scappando dalla moda e arrivando allo sport.