Matteo Morandi ha conquistato la medaglia di bronzo agli anelli. L’azzurro con il punteggio di 15.733 è stato preceduto dal campione olimpico uscente, il cinese Yibing Chen, argento con 15.800. Il titolo passa al brasiliano Arthur Nabarrete Zanetti con 15.900. “Il mio obiettivo era quello di tornare con qualcosa al collo – ha dichiarato a caldo il Sergente di Vimercate – E questo bronzo pesa davvero tanto. Nella mia carriera mi mancava soltanto l’Olimpiade. Ne avevo fatte già due con altrettante finali da comprimario, adesso è il mio momento. Certo il metallo più è nobile e meglio è, però, siamo sinceri, ci avrei messo la firma prima di entrare in pedana. Se non avessi perso quel decimo in uscita? Ripeto, avrei recriminato soltanto se per quel passetto fossi finito quarto”. Medaglia pesantissima, dunque, e non solo per l’atleta brianzolo. La Federazione Ginnastica d’Italia interrompe la serie maledetta dei quarti posti, iniziata a Pechino e che sembrava volersi ripetere anche a Londra, dopo il cavallo di legno di Alberto Busnari, ieri pomeriggio. E proprio a proposito di questo Morandi ha un pensiero speciale per Andrea Coppolino, il ginnasta azzurro ‘scippato’ di un argento ai Giochi del 2008 per una discutibile decisione della giuria in favore di un atleta di casa: “La dedico a lui e a mia figlia Gaia – dice dopo la premiazione -. Sentivo il peso di quello che successe a Pechino, Andrea lo meritava tanto il podio e dopo quell’episodio ha smesso con rammarico. La piccoletta, invece, mi dà un sacco di carica. Ha dieci mesi appena e non so neppure se si sia resa conto che il papà era appeso agli anelli. Io però sapevo dove era seduta, ho guardato verso di lei e mi sono detto “vacci cattivo”. La forza non mi manca”. E neppure i numeri come il 6.800 della nota di partenza, pari a quella di chi lo ha preceduto. L’esercizio poi è un mix perfetto di parti di forza e di slancio, tenute quanto basta, almeno due secondi, eccetto forse su un elemento sul finale. Il Dog – come lo chiamano gli amici per il suo approccio deciso sulle cose che fa, da vero cagnaccio – sale sul castello assistito da Maurizio Allievi, il tecnico che aveva già vinto l’oro alla sbarra con Cassina, nel 2004. L’azzurro afferra gli anelli e parte con un Azarian all’orizzontale, seguito da una F da 0.60, l’Azarian alla rondine. Slancio appoggio dorsale alla croce verticale, slancio appoggio dorsale all’orizzontale e poi lo Jonasson. Slancio appoggio dorsale alla rondine, Nakayama, ancora un Azarian prima dello slancio appoggio dietro alla verticale. Doppio salto dorsale teso con un avvitamento e al momento di posarsi in terra, piccolo passo in avanti da mangiarsi le mani. “Ad Atene il Codice prevedeva solo quattro parti di forza, oggi ne servono quasi il doppio – aggiunge Matteo, che, tra l’altro ha pure un movimento al corpo libero che porta il suo nome, un salto di valore D eseguito a Rotterdam – All’inizio ero un po’ tirato, poi mi sono rilassato ed è andata bene. E pensare che avevo iniziato per seguire in palestra i miei fratelli, Massimo e Marco. Rio de Janeiro? Vi racconto un aneddoto. Alla fine sono andato a complimentarmi con Jordan Jovtchev, uno che di Olimpiadi ne ha fatte 6 con 5 finali, compresa quella di oggi, alla bellezza di 39 anni. E lui mi ha chiesto quanti anni avessi io. Quando gli ho risposto 30 mi ha dato una bella pacca sulla spalla, dicendomi: sei giovane, vai avanti. Io mi sento bene, sia di testa che fisicamente. Gli acciacchi non mancano, sia chiaro, ma posso provarci. Mia moglie Ilenia è d’accordo. Sono padre da poco però ancora mi va di giocare con gli anelli”. Una medaglia di bronzo per consacrare un’intera carriera, un podio olimpico che arriva dopo l’ultimo conquistato da un italiano agli anelli, nientemeno che da Juri Chechi ad Atene 2004. Matteo Morandi può giustamente trovare posto nell’ideale paradiso dei ginnasti azzurri, che cominciarono a vincere medaglie olimpiche proprio qui a Londra, nel 1908, con l’oro di Alberto Braglia nel concorso generale. E’ la sua prima medaglia olimpica, dopo il quinto posto di Atene e il sesto di Pechino, che vale la 29ª medaglia azzurra nella Ginnastica ai Giochi, la sesta vinta agli anelli e il 9° bronzo assoluto (tra questi anche Giovanni Lattuada a Los Angeles 1932). “Ringraziamo Matteo perché ci ha fatto finalmente esultare, qui a Londra” – ha dichiarato il presidente Riccardo Agabio, in zona mista, dopo un caloroso abbraccio con i tecnici Allievi e Sacchi e con il Segretario Generale del Coni Pagnozzi – Dietro c’è tutto un lavoro che viene premiato. La Ginnastica sta andando molto bene, ce la giochiamo con tutti e le grandi superpotenze si devono guardare dai nostri ragazzi. Eppure senza questo acuto non sarebbe stata la stessa cosa. E’ importante anche per ampliare la cultura sportiva del nostro Paese. Vincere in discipline diverse è più importante di dominarne una o due soltanto. E speriamo che non sia finita qui. La Maschile ha compiuto la sua missione. Adesso tocca alla Femminile con la Ferrari e alla Ritmica”. Morandi, in effetti, conferma il pronostico della vigilia. Terzo ai mondiali di Rotterdam e di un pelo giù dal podio a Tokyo, era dato in corsa per il bronzo. Lo ha conquistato eppure rimane una punta di amarezza, per come si era messa la gara. “Quando ho visto fare il passo al brasiliano Nabarrete – ci svela Maurizio Allievi, che segue Morandi al Polo federale di Meda dal 2008 – ho pensato subito che fosse dietro. Non che abbia rubato nulla, per carità, però, a mio giudizio non era così inattaccabile. Infatti mi sono detto: o finisce davanti a tutti, oppure dietro a Balandin, il russo che, a sua volta, non aveva fatto così male. Ad ogni modo sono felice. Finalmente abbiamo cancellato il brutto ricordo di Coppolino, un argento, quello si, scippato dalle giurie. Il livello è sempre più alto, oggi abbiamo visto dei veri e propri mostri e tra loro c’era Morandi. Con il DTN Fulvio Vailati avevamo scelto di portare una rosa di specialisti. Ciò nonostante siamo riusciti a migliorare di una posizione nel concorso a squadre. E ora la ciliegina, che premia le nostre decisioni”. Il Bronzo di Vimercate, diplomato Geometra con la passione per lo snowboard che pratica sui monti di Colere, nella Valseriana, un asinello di nome Benny nel giardino di casa, un bel sorriso timido che contrasta con gli enormi bicipiti. Un ragazzo semplice, insomma, non certo da copertina come tanti altri colleghi che popolano in questi giorni il Villaggio Olimpico. Il Dog, zitto zitto, si è fatto 10 Campionati del Mondo, da Tianjin in Cina nel 1999 fino a Tokyo lo scorso ottobre. 70 Kg di forza in 165 cm., scoperto nella Casati Arcore da Aldo Brigatti, Morandi scappa via ad abbracciare la sua piccola Gaia, non prima però di aver ringraziato tutti, l’Aeronautica Militare, di cui porta le stellette da Sergente, la Federazione Ginnastica, i suoi allenatori, i compagni Angelo, Piero, Abe, Paolo e tutti coloro che gli hanno voluto e continueranno a volergli un gran bene. Tra questi, da lunedì 6 agosto 2012, anche il resto dell’Italia!
Grazie Matteo, è bronzo!
(FONTE FGI)
FINALE ANELLI
NABARRETE ZANETTI Arthur BRA 15.900
CHEN Yibing CHN 15.800
MORANDI Matteo ITA 15.733
BALANDIN Aleksandr RUS 15.666
ABLYAZIN Denis RUS 15.633
RAMOS Tommy PUR 15.600
IOVTCHEV Iordan BUL 15.108
MOLINARI Federico ARG 14.733