Passo dopo passo

Show me the place…

Sono abituato bene, sono abituato a vedere il vertice, l’apice della nostra ginnastica artistica italiana e pure quella mondiale. Le occasioni fotografiche in cui lavoro sono i campionati di serie A, i tornei internazionali, gli europei, i mondiali, le olimpiadi. Sono abituato male (bene direte voi, ed io confermo!)

E’ però nelle occasioni normali, quelle dove capiti quasi per caso in una palestra, la fresca di nomina Accademia di Montevarchi (sapevate questa novità vero?), che vedi qualcosa che ti fa pensare. Ero presente sabato mattina a degli allenamenti di alcune bambine piccoline (non avranno avuto 7/8 anni) e non sono stato capace di allontanare il mio sguardo dall’esercizio alla trave.

La trave, chi pratica ginnastica la conosce bene. e sa che chiaramente c’è una progressione didattica che parte dalla pedana, dalla trave bassa, da quella media e poi quella alta. E sicuramente molte di voi si ricorderanno l’emozione di salire su quella alta. Chi non ha mai fatto ginnastica consideri che quando una bambina di 1 metro si trova in piedi sulla trave alta, i suoi occhi sono a circa 2 metri di altezza. Sapete vero cosa vuol dire vedere il mondo da quella prospettiva per chi è abituato a guardare sempre in su’ ?

La trave è un attrezzo molto difficile, già le sue misure (è lungo 5 m, largo 10 cm ed ha un’altezza che nelle competizioni olimpiche, va posta a 1,25 m.) incutono terrore. E le emozioni di quelle bambine mi sono rimaste nel cuore. Alcune di loro spavalde e sicure muovevano i loro passi, e provavano i loro esercizi, altre invece erano impaurite da quei 5 centimetri e da quei 2 metri…

Ci sono volute le parole, l’aiuto, la presenze delle brave allenatrici, quella mano tenuta vicina alla bambina che le sa dare sicurezza, per farle compiere il gesto, magari solo una ruota… (e la parola “solo” è una provocazione)…

Da quelle travi, per esempio, sono passate e salgono ogni giorno della settimana, atlete del calibro di Lara Mori o Alessia Leolini, da quelle travi passano e passeranno tante bambine toscane e non solo durante gli stage, i corsi ecc…

Da quella trave sono passato anche io, seduto a distanza, emozionato per gli occhi della bambina con gli occhi pieni di lacrime, che grazie all’aiuto delle allenatrici ha effettuato l’esercizio ed è scesa con il sorriso che le ha riempito quel viso fino a pochi secondi prima così impaurito!

 

 

 

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