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USA: MAGGIE NICHOLS, LA PRIMA CONTRO IL SISTEMA

I giorni passano, il processo continua e nuove dolorose verità emergono dagli atti giudiziari… l’ultima è di ieri, quando in una lettera aperta alla Contea di Ingham, dove nei prossimi giorni si terrà un’altra udienza contro Nassar, l'”atleta A“, ossia la prima a denunciare l’accaduto all’FBI e a USA Gymnastics, ha deciso di svelare la sua identità: Maggie Nichols.
La Nichols, uno dei pilastri della nazionale americana dello scorso quadriennio, ha così scritto di essere stata lei, nel 2015, a riferire quanto accadeva al Ranch Karolyi e in giro per il mondo.

Una lettera dettagliata, precisa e straziante, ma la cosa che più DEVE far riflettere è che tutto questo è emerso grazie a Sarah Jantzi, l’allenatrice di Maggie Nichols. E’ stata lei infatti, nel 2015, ad origliare un discorso fra Maggie e le sue compagne di squadra, è stata lei ad intromettersi e a chiedere dettagli ed ancora, è stata lei a contattare per prima USA Gymnastics e a spingere Maggie a denunciare.

Al di là del fatto che la Jantzi ha fatto solamente il suo dovere ed esattamente ciò che chiunque altro ci auguriamo avrebbe fatto nel suo caso, bisogna avere il coraggio di soffermarsi un attimo sul fatto che quelle ragazze stessero parlando di “strani trattamenti sanitari” di nascosto dagli allenatori. E, per dirla tutta, vogliamo parlare del fatto che questo accadeva fra ragazze di diciotto anni, età di Maggie Nichols nel 2015?

Come è possibile che così tante giovani donne non si sentissero sicure di parlare dei loro dubbi con gli allenatori, i parenti e quel sistema che tanto si vantava delle vittorie sulle prime pagine dei giornali, ma che in realtà nascondeva quanto di più deplorevole si potesse immaginare?

Nassar è incommentabile, e questo è ormai un dato di fatto, deve pagare e pagherà, ma è imbarazzante ed altrettanto triste, realizzare che tutte quelle belle medaglie siano state vinte con un sistema che non conosceva rapporti umani, fiducia, stima e serenità.

C’è un colpevole, ma ci sono tanti, troppi responsabili.

Il nostro supporto va ovviamente a Maggie, Aly, Gabby, McKayla e a tutte le atlete coinvolte.

S.V.

Foto: Filippo Tomasi

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