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JESOLO 2018 – INTERVISTA a Donatella Sacchi

“Trofeo di Jesolo punto di riferimento a livello internazionale. Lo scandalo abusi? Ci ha colpite nel profondo, la Fig ha risposto con energia”.

“Il Trofeo Città di Jesolo è un appuntamento sempre più importante perché è un punto di riferimento per le Nazioni leader a livello internazionale, sia per testare le ginnaste junior, sia per il settore senior, anche perché sta per iniziare il processo di qualificazione olimpica verso Tokyo 2020”. Parola di Donatella Sacchi, presidente della Commissione tecnica Gaf della Federazione Internazionale di Ginnastica, a Jesolo nel ruolo di presidente di giuria. L’abbiamo intervistata a margine della prima giornata di gara.

Questo Trofeo, tra i tanti aspetti, è apprezzato dalle Nazioni partecipanti anche per il livello della giuria. Ce lo può confermare?

“Sicuramente. Questo evento, giunto alla XI edizione, ha assunto sempre maggiore rilievo anche perché dà una garanzia sui punteggi assegnati alle ginnaste. Le giudici neutrali qui convocate sono tra le migliori al mondo e in molti casi sono le stesse che ginnaste e tecnici si trovano poi di fronte ai Campionati del Mondo”.

Come giudica, dunque, il lavoro della giuria svolto finora, nella prima giornata di gare?

“Ottimo. Le giudici sono state molto brave perché sono riuscite a mantenere la stessa linea di giudizio per le prove di squadra, che sono state molto lunghe. Abbiamo avuto anche il caso di un reclamo da parte della delegazione cinese per un punteggio assegnato al corpo libero nella prova junior e, grazie al sistema di controllo video messo a disposizione degli organizzatori, siamo riusciti a effettuare la verifica. Nel caso specifico, il punteggio è stato poi modificato. Questo è un aspetto che dà fiducia alle Nazioni che partecipano”.

 

Viene quasi da chiedere se valga la pena pensare di trasformare questo evento in una tappa di Coppa del Mondo…

“Penso che il Trofeo perderebbe parte della sua magia, una tappa di World Cup richiede altre caratteristiche, per certi aspetti troppo onerose per gli organizzatori”.

 

Anche in questo caso, fin dalle ginnaste junior, abbiamo visto una ginnastica stellare e in evoluzione. Quanto è cambiata l’artistica femminile negli ultimi anni?

“Si è modificata soprattutto dal punto di vista della coreografia. Abbiamo attraversato un periodo buio sotto questo aspetto tra i Giochi di Barcellona 1992 e il ciclo terminato con Londra 2012, un periodo in cui è stata data molta più attenzione al contenuto in termini di difficoltà che non alla femminilità espressa negli esercizi. Negli ultimi anni si è cercato di cambiare rotta. Quello che stiamo attraversando è il terzo ciclo olimpico in cui si è cercato, tramite il Codice internazionale dei punteggi, di migliorare queste caratteristiche ed effettivamente iniziamo a vedere, soprattutto tra le nuove generazioni, un tipo di lavoro diverso, più femminile”.

La ginnastica internazionale è in evoluzione, però non si può non ricordare che nell’ultimo anno il terremoto più forte è stato purtroppo quello arrivato da oltre Oceano, con la vicenda abusi che ha coinvolto il mondo della ginnastica americana. Un caso che ha avuto ripercussioni anche sulla partecipazione degli Usa qui a Jesolo: assente la squadra, si sono presentate in gara solo le individualiste attraverso i propri club. 

“È stato uno scandalo di proporzioni epiche che non poteva non toccarci dal punto di vista personale e, a noi, come donne, soprattutto. Siamo rimaste sorprese e colpite nel profondo, la vicenda ha avuto un impatto molto forte. La Fig ha reagito con il presidente Morinari Watanabe che ha risposto con energia e decisione. Si è deciso di dar vita a una commissione etica che lavorerà con le Federazioni per delineare modelli di comportamento e un organismo legale parallelo alla Fig, a cui le ginnaste potranno rivolgersi in casi di necessità, bypassando allenatori, club, Federazioni nazionali e anche la Federazione Internazionale stessa. Tutto pur di combattere episodi simili”.

Ilaria Leccardi

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