Lettera di una ginnasta

Oggi è il giorno della Befana, siete tutti o quasi a casa con le vostre famiglie e quindi, anche se l’abbiamo ricevuta un paio di giorni fa, abbiamo deciso di condividere con voi questa lettera, perché siamo sicuri che tanti di voi condividono una situazione simile.

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“…vi scrivo perché vorrei un consiglio da voi. Faccio ginnastica da quando ho 4 anni, avevo iniziato perché anche mio fratello la faceva e passavo le giornate ad imitarlo sul pavimento di casa. Non mi ricordo bene quando, ma un paio di anni dopo sono passata dall’allenarmi due volte alla settimana a quattro e poi praticamente subito a cinque. A 9 anni poi, mi hanno chiesto di fare tutti i giorni, tranne la domenica, anche se poi per collegiali o ritiri spesso facevo anche quella. Non sono mai stata una campionessa, sì ogni tanto vincevo, ma dentro di me le gare mi hanno sempre terrorizzato e quando le facevo non mi sono mai sentita a mio agio, adoravo allenarmi, ma l’essere sotto pressione proprio no. Oggi vi scrivo perché il mio problema è proprio questo: ora ho 14 anni, ho iniziato il liceo e ho molti più impegni scolastici e non da incastrare con gli allenamenti. La mia famiglia mi appoggia sempre meno, dice che siccome non vinco, potrei anche allenarmi di meno, cambiare orari e dedicarmi di più alle cose serie. Come faccio a spiegare che per me l’allenamento è una cosa seria? Non mi importa se alle gare non sono io a vincere, a me piace sfidare me stessa in palestra ogni giorno e se non sono perfetta il giorno della gara, fa lo stesso. I miei genitori hanno provato più volte a chiedere alla mia allenatrice di farmi fare meno, ma lei per fortuna ha sempre detto di no, ma non so fino a quando continuerà a discuterci. Odio vederli litigare per questo. Come posso fare?…”

?? Cara piccola grande ginnasta, non scriveremo il tuo nome, così come ci hai chiesto, ma sappi che purtroppo non sei l’unica a vivere una simile situazione.
L’agonismo non è sinonimo di vittorie, né pretese né imposte, l’agonismo è un’inclinazione attitudinale al lavoro che verte, ovviamente, anche su una certa predisposizione genetica. Far capire alle persone che più ci amano che quei sacrifici che per loro sono spesso e volentieri “folli” sono parte del nostro essere sportivo non è così semplice.
E’ più facile pensare che tutto debba essere fatto solo se ne vale davvero la pena e per tanti questo si traduce in “se vinci, ok”.
La verità è che la ginnastica ti insegna ad essere coraggioso, a fidarti di te, ad affrontare le paure e ad essere una persona migliore ogni giorno, in ogni allenamento e, pazzesco ma è così, non il giorno della gara! La posizione in classifica non potrà mai valere quanto quello che si impara, tecnicamente e umanamente, in palestra.
Sei piccola, ma sei molto più matura di tanti tuoi compagni di classe (ne siamo certi) e questo è merito anche dello sport che da 10 anni ti accompagna. Non possiamo parlare con i tuoi, questo spetta a te, e ricordati di non smettere mai di farlo, il dialogo è tutto, ma condividendo questo post, siamo sicuri che tanti adulti si chiederanno se stanno facendo davvero il bene dei propri piccoli atleti o meno… e tra questi, chissà, magari anche i tuoi.

Buona Befana a tutti voi! Continuate a credere in quello che fate, sempre. ?

N.B. Genitori, non litigate con i tecnici, non c’è niente di più doloroso per i vostri figli. Le persone che più amano contro le persone che insegnano loro la cosa che più amano.

S.V.

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