Domenica 1 agosto, i ginnasti e le ginnaste sono tornati in campo gara per la prima giornata di finali ad attrezzo.
Si sono disputate nell’ordine le finali a corpo libero maschile, volteggio femminile, cavallo con maniglie e parallele asimmetriche. Anche in questo caso le sorprese e le grandi emozioni non sono mancate, con errori inaspettati e podi ricchi di storia e commozione.
Partiamo dall’inizio. Al quadrato maschile ad aprire le danze è stato uno dei favoriti, il ginnasta russo Nikita Nagornyj. Qualche errore di troppo, tuttavia, gli sono costati il podio. Dopo di lui gli errori non sono mancati e a trionfare è stato il ginnasta israeliano Artem Dolgopyat. Dietro di lui un emozionatissimo Rayderley Zapata che deve accontentarsi dell’argento a pari merito con l’israeliano (in questo caso il punteggio finale era lo stesso, così come la nota E, ma lo spagnolo aveva una nota D inferiore e una penalità neutra per essere uscito di pedana). La medaglia di bronzo è stata agguantata dal cinese Ruoteng Xiao con il suo esercizio esplosivo al quadrato.
Ricca di imprevisti è stata anche la finale al volteggio femminile. A trionfare è stata una meravigliosa Rebeca Andrade, che questa volta salta sul gradino più alto del podio e continua a scrivere una pagina importantissima di storia per il suo Paese, portando di nuovo in gara il suo stratosferico salto Amanar. Una ginnasta che ci insegna il valore della tenacia e della passione.
La medaglia d’argento è andata alla statunitense MyKayla Skinner, mentre in terza posizione si accomoda la coreana Seojeong Yeo che non solo si mette al collo la medaglia, ma presenta un incredibile salto che prenderà il suo nome, ossia un salto dalla ribaltata con due avvitamenti, eseguito splendidamente. Molto dispiacere c’è invece per l’altra ginnasta americana Jade Carey, che commette un errore nella riconcorsa del primo salto, compromettendo la sua competizione.
La finale al cavallo con maniglie, invece, è stata letteralmente dominata dal grandissimo specialista Max Withlock, laureatosi nuovamente campione Olimpico dopo Rio 2016. Dietro di lui il taiwanese Chih-Kai Lee che esegue un esercizio meraviglioso e guadagna una medaglia storica. In ultimo, trionfa in casa il ginnasta Kazuma Kaya con un altro grande esercizio. Anche questa finale non è stata esente da errori, tra tutti il ginnasta irlandese Rhys McClenaghan che sulla carta avrebbe potuto insidiare il podio ma che si è dovuto arrendere all’imprevedibile scivolosità del cavallo.
In ultimo, si è disputata la finale alle parallele asimmetriche. Anche la finale agli staggi ci ha fatto vedere molti errori, con esercizi che nella maggior parte dei casi si sono rivelati di peggior fattura rispetto alle precedenti gare. La prima a salire sull’attrezzo è stata l’americana Sunisa Lee, fresca dell’oro sul circuito completo. Le sue parallele, però, non le hanno regalato la gioia che si aspettava, portando a termine un esercizio manchevole di alcuni collegamenti ed eseguito in maniera peggiore rispetto a quello a cui Sunisa ci ha abituati. Tuttavia, la sua prestazione è stata sufficiente per salire sul podio e mettersi al collo la medaglia di bronzo. La tanto ambita corona è, infatti, andata alla meravigliosa Nina Derwael. La ginnasta belga prende il posto della tanto amata zarina russa Mustafina e si mette al collo quell’oro tanto desiderato quanto meritato. Certo, anche lei non ha eseguito al meglio il suo esercizio (rispetto alle precedenti gare) ma ricordiamo che si tratta di esercizi dalle difficoltà vertiginose. Al secondo posto vola la russa Anastasiia Iliankova, a dimostrazione del fatto che la scuola russa alle parallele non perde assolutamente colpi.
Ovviamente gli occhi e il cuore dell’Italia tutta sono rivolti alle finali ad attrezzo di domani, dove sarà impegnata la nostra sfavillante Vanessa Ferrari.
Clotilde Formica
Foto: FIG