GRAZIE FEDE… 

Più di vent’anni di carriera, di cui quindici fra i pilastri della ginnastica italiana.

Ha debuttato in Nazionale a 14 anni e, ai suoi primi Europei, quelli di Amsterdam 2004, vince il bronzo al corpo libero e il bronzo a squadre.
L’anno dopo, partecipa con le compagne, ai Giochi del Mediterraneo di Almeria e agli EYOF di Lignano, vincendo prima l’oro e poi il bronzo.
Talento, determinazione e un grande spirito di squadra fanno di lei uno dei pilastri della “nuova” Italia, quella che nel 2006 sale, per la prima volta, sul gradino più alto del podio europeo, scrivendo un’importantissima pagina di storia.

Successi nazionali ed internazionali la preparano all’appuntamento più desiderato e sognato di sempre: le Olimpiadi.
E’ il 9 febbraio 2008, ed è un sabato. Le migliori ginnaste di Italia partecipano alla prima tappa di serie A: è una gara importante perché permette alle società più forti di confrontarsi fra di loro e, alle atlete, di testare gli esercizi in vista degli appuntamenti internazionali.
La concentrazione è massima, ma l’imprevedibile è imprevedibile… e al corpo libero, durante la prima diagonale, uno strappo, due avvitamenti e mezzo anziché tre e un dolore lancinante, diventano l’incubo da dimenticare.
I medici dicono “rottura del tendine d’Achille”, i giornali scrivono “addio Olimpiadi”, lei pensa “mancano 6 mesi”.
Seguono l’operazione, il gesso e la riabilitazione, tanti calcoli, tanti discorsi, e una sola verità: fra quelle quattro mura c’era lei, c’erano i suoi allenatori e c’era quel sogno che non aveva certo tempo di guardare il calendario e ascoltare i pronostici degli altri.
Arriva agosto e arriva, dopo i lunghi e dolori mesi di recupero, anche la convocazione più importante di sempre, quella per le Olimpiadi di Pechino.
La realizzazione del suo sogno è emozione e gratificazione e, per tutte le piccole ginnaste, la dimostrazione che non c’è ostacolo che non si possa superare.

Dopo una simile realizzazione personale, resta l’incredibile, ma non da tutti, senso di appartenenza a questo mondo che tanto ti ha dato, resta l’affetto per la società che ti ha cresciuto, l’amore per le compagne e la passione, quell’infinita passione che ti chiede di non lasciare, di tornare in campo gara per continuare a scrivere la storia della tua carriera.
Sono passati undici anni da Pechino, e per undici anni, chiunque entrasse in un Palazzetto aveva una sola certezza: fra le fila dell’Artistica 81 Trieste, ci avrebbe rivisto lei, Federica Macrì.
Sempre pronta ad aiutare la squadra, sempre pronta a tirare i quattro attrezzi, sempre pronta a stupire e a stoppare le diagonali al corpo libero, come solo lei sa fare.

E così ha fatto anche sabato 4 maggio, a Firenze, al termine dell’ultima prova di serie A, quando tra le lacrime di chi già sapeva, ha annunciato il suo ritiro e lo ha fatto nel migliore dei modi possibili: con un esercizio al corpo libero pressoché perfetto e un sorriso verso quel quadrato, quello sport e quel pubblico, che è già storia. La sua, la nostra.

Grazie Fede… sei stata la miglior certezza che avremmo mai potuto desiderare. Ti vogliamo bene. ??

P.s. …le cifre tonde però, sono più belle.

S.V.

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