Pensieri sul “silenzio olimpico”

Non possiamo notare una strana situazione che si  è venuta a creare ancora prima dell’inizio dei Giochi Olimpici di Londra. Questa è la prima Olimpiade del web, dei social network, di Twitter, di Pinterest e di tutto quello che concerne le immagini scattate dai telefonini, dalle notizie in diretta, le notizie scritte di proprio “pugno” sui tablet ecc.

Pechino lo era già una Olimpiade Web ma il  mondo in questi quattro anni è cambiato tantissimo e non vedere i commenti, le foto, i video simpatici dei nostri atleti mi mette in imbarazzo.

Ma i nostri atleti, dirigenti e tutte le persone della delegazione Italiana, hanno firmato un contratto con il Coni e questo contratto prevede di limitare l’uso dei social network. Sia ben chiaro, limitare abbiamo scritto, non cancellarne l’uso. Ma è chiaro che di fronte a multe salatissime il popolo degli atleti si è auto-impopsto una sorta di “silenzio olimpico“.

Il contratto, firmato da tutti gli atleti, parla chiaro: tweet o post su Facebook e altri social network «non devono riportare notizie sulle competizioni o commenti sulle attività di altri partecipanti o persone accreditate, o pubblicare qualunque informazione di tipo confidenziale o privato relativa a qualsiasi altra persona o organizzazione». 

Ed ancora:  “le attività sui social media o siti web dovranno essere a titolo personale, in formato diario e in prima persona; non devono riportare notizie sulle competizioni o commenti su attività di altri partecipanti”.

La seguitissima ginnasta Carlotta Ferlito che ha una pagina con più di 70.000 fan si era congedata con un messaggio che voleva dire:  “ci rivediamo a fine olimpiadi” ed in molti non avevano capito questo suo messaggio.

Sta di fatto che non si  riesce appunto a capire come in un mondo che ormai viaggia sul web in ogni sua manifestazione, che viaggia sugli smartphone mai spenti, sempre connessi, sui tablet con 3G e videocamere integrate, in un mondo SOCIAL, come si faccia ad impedire la fuoriuscita di notizie, di foto, di video ecc.

Se forse nel pensiero ispiratore della limitazione d’uso potrebbe esserci una idea di buon senso, è nella vita reale che questo divieto ci pare anacronistico. Saranno certamente i fatti a dimostrare chi ha ragione, come si è evoluto nella vita di tutti i giorni il divieto imposto e come non solo gli atleti italiani ma anche gli atleti delle altre nazioni hanno reagito a questa limitazione.

Al momento, e siamo solo ad un giorno dall’inizio dei giochi, il web è pieno di notizie e di foto del villaggio olimpico, degli allenamenti, del Podium Training, degli atleti e dei luoghi delle Olimpiadi. Ed anche le notizie del dito di quella, della fascite dell’altra, non sono mancati ad arrivare in tempo quasi reale sul web….

Ad ognuno il proprio pensiero…

 

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