Il governo sta preparando la fase 2 e prevede di riaprire alcune attività. Non sappiamo quando ma:
come potranno aprire le nostre palestre? Ci avete pensato?
Questo articolo non si permette di suggerire alcunchè, è solo uno spunto per riflettere. Sappiamo bene che le Associazioni Sportive Dilettantistiche non sono tutte uguali e che potranno rispondere ognuna in differente maniera.
Pare che i criteri per le prime aperture siano già ben definiti: assolutamente no a sport di squadra e di contatto (dal calcio al basket, dalla pallavolo alla pallanuoto alle arti marziali), no a qualsiasi attività sportiva al chiuso (dalle palestre alle scuole di danza alle piscine), ma sì a discipline individuali, all’aria aperta, meglio ancora se in zone (dalla montagna al mare o alla campagna) dove il distanziamento ambientale oltre che sociale è garantito.
Quando arriverà il momento di riaprire le nostre palestre, dovremmo stare attenti al distanziamento sociale.
Se far allenare solo gli atleti di interesse nazionale è relativamente più semplice (si tratta di un numero limitato di atleti), quando si parla di attività di base/corsi il discorso diventa più complicato. Non esistono solo realtà con palestre di centinaia e centinaia di mq, esistono anche realtà più piccole dove la distanze suggerite non saranno facili da mantenere.
Per poter ovviare a questa situazione si potrebbe prevedere:
– minor afflusso di persone all’interno dell’impianto sportivo con relativa riduzione degli introiti per diminuzione degli atleti vista l’impossibilità di rispettare le norme in altro modo;
– rimodulazione di tutti gli orari dei corsi (con numero di atleti minore per corso) ed allungamento degli orari (e maggior costo relativo ai tecnici).
Questi sono solo due banalissimi esempi ma esistono numerose variabili.
Si potrebbero presentare nuove esigenze e nuovi costi legati all’emergenza. Qualche esempio: acquisti di dispositivi di protezione individuale, nastri ed altri accessori che possono servire per distanziare e delimitare i percorsi, costi di pulizia e sanificazione periodica (parlano di sanificazione due volte al giorno!!!) ecc ecc.
Occorre dirlo, anche se può sembrare impopolare, è il momento di pensare.
Prima ancora di preoccuparsi come gestire il presente, occorrerà pensare come gestire anche il prossimo futuro quando si riaprirà. Occorre fare delle valutazioni per capire quali sono le condizioni per continuare ad esistere in futuro se questa emergenza dovesse continuare a sconvolgerci la vita.
Bisogna mettersi al tavolino, provare a stilare un budget preventivo di quello che potrebbe accadere, dei maggior costi, delle minori entrate. E porre quindi attenzione alla richiesta di eventuali finanziamenti che potremmo non essere in grado di onorare con relative conseguenze. Si parla di predisporre un prospetto di pianificazione finanziaria con respiro almeno annuale ma meglio biennale che tenga conto di tutte le variabili.
Non per ultimo occorre valutare un aspetto importantissimo per chi gestisce una ASD: i collaboratori sportivi.
Essendo confermato, dalle parole più volte ripetute del Ministro Spadafora che la scadenza di agosto per i decreti delegati di riforma dello sport sarà rispettata, ci troveremo di fronte alla ripresa delle attività e nuove regole che disciplineranno l’esercizio di attività sportive dilettantistiche.
Se così fosse, pare che anche sulle prestazioni sportive sarà inserita una copertura previdenziale e assicurativa. La conseguenza è che i centri sportivi che stanno provando ad uscire dall’incubo della chiusura degli impianti per la pandemia (con la correlata crisi finanziaria derivata dai mancati incassi) si troveranno, con ogni probabilità, a dover sopportare costi ulteriori non previsti e comunque impossibili da sostenere nel quadro della post emergenza.
Quindi sarebbe auspicabile che il riconoscimento come rapporto di lavoro pieno (con correlato versamento di contributi previdenziali e assicurativi) per i lavoratori dello sport dilettantistico fosse accompagnato da un periodo iniziale di defiscalizzazione di detti oneri.
Abbiamo esagerato? Forse sì, forse sarà tutto più semplice. Ma l’importante è che si trovi il tempo per pensare a tutte le situazioni che si possono prospettare in modo da essere pronti per fronteggiarle.
E speriamo che si possa tornare presto alla normalità.
F.T.