In Italia è piena notte, ma per gli amanti della ginnastica questo conta poco.
Alle 3:00 le nostre leonesse azzurre sono pronte a ruggire, sfidando le avversità e regalandoci emozioni irripetibili. Al loro fianco, con un meraviglioso body azzurro c’è anche Lara Mori, che è salita sulla trave e sulla pedana del corpo libero in qualità di individualista, mentre Martina Maggio, Asia D’Amato, Alice D’Amato e Vanessa Ferrari hanno gareggiato in squadra.
È notorio che la prima suddivisione sia la peggiore di tutte: bisogna rompere il ghiaccio, i punteggi tendono a essere meno generosi e la tensione del tabellone dei punteggi vuoto contribuisce alla già ampia tensione propria di un’Olimpiade. Ma tutto questo è scivolato addosso alle nostre ragazze. Si sono rivelate tutte delle guerriere, come se lo spirito agonistico e la competizione fosse connaturato nel loro essere.
La loro gara è iniziata alla tavola del volteggio, a rompere il ghiaccio è stata Martina Maggio, una ragazza che per quanto giovane ha dovuto affrontare innumerevoli incidenti di percorso nel corso della sua carriera da ginnasta ma che ha sempre dimostrato di non lasciarsi intimidire da niente e da nessuno, e così è stato. In prima rotazione Martina ha piazzato uno Yurchenko 1.5 che le è valso un punteggio di 14,100 (superato dalle compagne di squadra e conseguentemente eliminato per la regola del 4-4-3). Dopo di lei sono salite sulla tavola Vanessa (14,200), Alice (14.333) e Asia (14.233). Tutte e tre hanno eseguito un buon DTY.
In seconda rotazione le italiane hanno dovuto affrontare le parallele asimmetriche. Ancora una volta ad aprire le danze è stata la nostra Maggiolina che, visibilmente tesa, ha portato a termine un esercizio dinamico e pulito, totalizzando 13,700. Dopo di lei è stato il turno delle gemelle D’Amato: Alice ha sfoderato le sue doti da specialista e ha confezionato un esercizio davvero incredibile che le è valso 14,233. Anche Asia non è stata da meno, con un totale di 13.933. I punteggi delle tre Fate hanno permesso a Vanessa Ferrari di slacciare i paracalli ed evitare la salita sull’attrezzo, preservandosi per la trave e per il suo corpo libero finale.
Proprio alla trave, l’attrezzo più temuto di sempre, la squadra italiana ha dimostrato nervi saldi, grinta e tanta concentrazione. Martina, Asia e Alice hanno dato prova delle loro qualità, salvando un paio di sbilanciamenti da pelle d’oca e ottenendo rispettivamente 13.066; 13.133 e 12.600 (incredibile il recupero di Alice dallo sblianciamento sul Wolf Turn). Anche Vanessa non si lascia tradire dalla trave, ottenendo 12.500 (scartato per la regola del 4-4-3).
Alla trave abbiamo potuto ammirare anche una bellissima e sorridente Lara Mori. Anche per lei c’è stato qualche sbilanciamento e qualche imprecisione sull’uscita, ma attraverso lo schermo a chilometri e chilometri di distanza, abbiamo sentito sulla pelle la gioia di Lara per aver finalmente coronato il suo sogno a cinque cerchi.
Dulcis in fundo, la gara è terminata al quadrato del corpo libero. Anche qui le nostre ragazze hanno brillato come non mai. Martina è esplosa con il suo esercizio dinamico e coinvolgente, se solo ci fosse stato un pubblico sarebbe letteralmente impazzito (come siamo impazziti noi da casa, nonostante l’ora infausta), questa gara è l’ennesima prova del fatto che Martina sia un componente di assoluta importanza nella nostra squadra, nonché una incredibile all arounder (ottenendo un totale di 53.566 che le permette di qualificarsi per la finale individuale). Asia D’Amato compie l’unica caduta della gara, poggiando le mani a terra e fuori dalla pedana, ma la cosa importantissima è che Asia non ha permesso all’errore di distrarla, continuando il suo esercizio in maniera quasi impeccabile e ottenendo 11.833 che non arreca danni alla squdra poiché scartato. Anche Alice è solida e salda il suo ottimo punteggio All Around con 13.033, ottenendo in totale 54.199, che la pone in cima alle italiane e le garantisce la finale AA.
Poi, che dire di Vanessa Ferrari. Abbiamo assistito al suo volteggiare con le lacrime ad annebbiarci gli occhi. Il nostro cuore è esploso di gioia e, per ora, ci limitiamo a dire questo e riportare il suo punteggio di 14.166, primo punteggio di qualifica per la finale al corpo libero.
Il tutto senza dimenticare la nostra Lara: il Giglio è fiorito e la pedana si è inebriata del suo profumo. Il suo punteggio è di 13.400, ma ciò che conta sono le emozioni che ci ha regalato e la bellezza di vederla volteggiare con i Cinque Cerchi a incorniciarle il volto.
È così, con spirito di squadra, sangue freddo e tanta tanta passione che le nostre ragazze riescono nella mastodontica impresa di conquistare la finale a squadre di Tokyo 2020. L’Italia è ufficialmente tra le migliori otto squadre mondiali, con un totale di 163.330 che la posiziona al settimo posto provvisorio superando il Giappone. Al primo posto provvisorio si posiziona la Russia (ROC), che guidata dalla Melnikova ha totalizzato 171.629, lasciando indietro un’America insolitamente imprecisa. Le Statunitensi, in terza rotazione, ottengono un punteggio complessivo di 170.562 e sorpassano Cina (166.863), Francia (164.561), Belgio (163.895), Gran Bretagna (163.396 ), Italia (163.330 ) e Giappone (162.662 ). Da segnalare le incredibili parallele dell’americana Sunisa Lee (15.200) e della belga Nina Derwael, che ci ha ormai abituato a esercizi spaziali. Anche questa volta la belga appone la firma su un esercizio meraviglioso che le vale il primo punteggio di qualifica (15.366). Nina si dimostra solida anche sul circuito completo dove ottiene 56.598, settimo miglior punteggio di qualifica (sesto effettivo, considerando la two-per-country rule).
La gara è stata ricca di imprevisti, tra cui l’infortunio di Larisa Iordache in uscita dalla trave (dove esegue un incredibile esercizio da 14.133) e quello di Flavia Saraiva, speriamo vivamente che non sia nulla di grave e di poterle rivedere tutte e due nella finale alla trave dove si sono entrambe qualificate. Sul fronte olandese, Sanne Wevers non riesce nell’impresa di difendere il suo titolo alla trave, mancando la qualificazione per la finale a 8. Anche sul fronte francese c’è un po’ di delusione, la squadra si piazza al quarto posto ma manca tutte le finali ad attrezzo a cui sicuramente ambiva, agguantando solo la finale a squadre e quella AA con Melanie De Jesus Dos Santos e Carolann Heduit. Le francesi ci avevano abituati a ottime prestazioni anche al quadrato e sui 10 centimetri, oltre che agli staggi, ma la ginnastica è sempre imprevedibile.
Degna di nota è anche la competizione della ginnasta brasiliana Rebeca Andrade, che mette la sua firma al terzo punteggio di qualifica al volteggio (media di 15.100, grazie anche all’esecuzione di un Cheng meraviglioso da 15.400). Impossibile, inoltre, non citare la trave della cinese Guan Chengcheng, che vanta una nota D di ben 6.900.
In fine, non possiamo esimerci dal fare un plauso a una leggenda vivente di questo sport: Oksana Chusovitina che è giunta alla sua ottava Olimpiade. Pensate che la maggior parte delle sue attuali colleghe non erano ancora nate quando l’atleta si accingeva a competere per la prima volta in un’Olimpiade nel 1992.
Clotilde Formica
Foto: FIG