È giovedì 21 Ottobre, a Kitakyushu in Giappone si è disputata la finale All Around Femminile 2021.
Una gara sul filo del rasoio, che si è rivelata insidiosa per la maggior parte delle ginnaste in gara. Infatti, fatta eccezione per il volteggio, le atlete sono incappate in errori e cadute su quasi tutti gli attrezzi di gara.
A trionfare è stata la ginnasta russa Angelina Melnikova, un sogno che si realizza per la meravigliosa Gelya. Prima di lei erano riuscite ad agguantare l’oro mondiale solo Svetlana Khorkina e Aliya Mustafina. Angelina ha dimostrato di volere quella medaglia sin dal primo esercizio, portando a casa quattro meravigliosi esercizi. Ha mantenuto gli occhi fissi sul traguardo, non si è lasciata intimorire dagli errori delle altre ginnaste e ha decisamente meritato la medaglia d’oro di questi Campionati Mondiali, con un totale di 56.632.
Dietro di lei si piazza la statunitense Leanne Wong, anche lei artefice di una gara senza errori. La ginnasta americana ha infranto il muro dei 14 punti su tutti gli attrezzi, fatta eccezione per la trave, dove ha sfiorato i 14 con un eccezionale 13.900. Ma, questo non è bastato per raggiungere l’oro, accomodandosi sul secondo gradino del podio con un totale di 56.340.
La medaglia di bronzo, invece, è andata a Kayla di Cello, anche lei dagli USA. Kayla era sicuramente una delle favorite per il titolo mondiale, ma una caduta dagli staggi non le ha permesso di andare oltre i 54.566. La statunitense ha iniziato la gara con il botto, con un volteggio da 14.600. Kayla, inoltre, ha dimostrato una forza di volontà e un carattere incredibile, non lasciandosi abbattere dalla caduta e portando a termine una gara pazzesca a trave e corpo libero. Gara che le ha permesso di scalzare dal podio la russa Vladislava Urazova, la quale ha pagato una caduta sui 10 centimetri e qualche sbilanciamento di troppo.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, a vestire il body azzurro c’erano le stratosferiche gemelle Asia e Alice D’Amato. Purtroppo le due ginnaste sono state travolte dal vortice di cadute che ha colpito l’intero palazzetto nella giornata odierna. Tuttavia, nessuna delle due si è persa d’animo e fino alla fine hanno lottato con le unghie e con i denti per ottenere un buon piazzamento e rifarsi degli errori commessi.
Alice ha iniziato la sua gara alla trave. Rompere il ghiaccio con le insidie dei 10 centimetri non è facile neanche per le ginnaste più esperte e pluripremiate, soprattutto in una giornata come questa. Alice, infatti, paga una caduta e ottiene 11.766. La sua gara prosegue al corpo libero dove porta a casa un buon esercizio e ottiene 13.000; a seguire Alice ha dato letteralmente spettacolo al volteggio, dove ha piazzato un DTY pazzesco, che le è valso 14.400 e le ha permesso di recuperare molte posizioni in classifica. In ultimo, Alice ha chiuso la sua gara alle parallele, dove non ha espresso appieno il suo potenziale, totalizzando un 12.916 che la posiziona all’ottavo posto in classifica (52.082).
Asia, invece, ha iniziato la gara pagando una caduta sia alla trave che alle parallele, ottenendo rispettivamente 11.900 e 12.600. A seguire, ha eseguito un buon corpo libero, che a causa di qualche sbavatura di troppo le è valso un 12.833. In ultimo, però, Asia ha tirato fuori gli artigli e ha messo la sua firma su un meraviglioso DTY, ottenendo un 14.366 che la posiziona al dodicesimo posto (51.699).
Le competizioni, soprattutto a questi livelli, non sono mai semplici da gestire quando prendono una piega un po’ scomoda. In più, le attrezzature utilizzate a Kitakyushu, sono molto diverse da quelle utilizzate dalla maggior parte delle atlete nel corso dei loro normali allenamenti. Questo ha sicuramente influito sulle performance di tutte le ginnaste. Ecco perché, alla luce di questo, siamo davvero fieri di Asia e Alice e, in generale, di tutte la squadra italiana (nonostante sia un mondiale individuale). Avere il coraggio di affrontare ogni attrezzo con grinta, determinazione e voglia di rivalsa non è una cosa semplice e le nostre ragazze ci sono ampiamente riuscite.
Clotilde Formica
Foto: Filippo Tomasi