Ultima giornata di gare in questo storico mondiale di Kitakyushu, in Giappone.
Ci siamo svegliati con ancora impresse le fortissime e indimenticabili emozioni della giornata di sabato, con il meraviglioso oro al corpo libero di Nicola Bartolini, l’argento al volteggio di Asia D’Amato e la doppietta argento-bronzo di Marco Lodadio e Salvatore Maresca agli anelli.
Abbiamo iniziato questa giornata di gare con la finale al volteggio, che ha visto impegnato il nostro Thomas Grasso. Una finale non esente da errori da parte di molti ginnasti, anche da parte dei favoritissimi (come l’ucraino Nazar Chepurnyi). Thomas ha eseguito due salti incredibili, totalizzando prima 14.833 e poi 14.266 perdendo un decimo per essere uscito con un piede. Quello stesso decimo che lo divide dal podio e lo relega in quarta posizione. Una medaglia di legno che è un grande punto di inizio per Thomas, una consacrazione tra i grandi che ci riempie il cuore di orgoglio.
La gara è proseguita con la finale a trave femminile, l’attrezzo ormai conosciuto per le sue molteplici insidie. Proprio oggi, infatti, i 10 centimetri si sono rivelati più scivolosi del solito, facendo slittare fuori dal podio tutte le grandi favorite della giornata, da Rebeca Andrade ad Angelina Melnikova. A trionfare, con grande sangue freddo, è stata la giapponese Urara Ashikawa con un punteggio di 14.100 e un esercizio bellissimo. Al secondo posto l’elegantissima Pauline Schaefer-Betz, che lascia trapelare la tanta esperienza maturata sull’attrezzo e ci incanta con il suo costale con mezzo giro. Medaglia di bronzo, per la gioia di tutti i padroni di casa, Mai Murakami, meravigliosa ginnasta giapponese che totalizza 13.733.
A seguire, c’è stata la finale alle parallele pari, con il dominio della Cina. A mettere al collo l’oro è Xuwei Hu con un punteggio pazzesco di 15.466, l’argento è andato al collo del filippino Carlos Yulo, che si riprende dalla giornata deludente di ieri, e il bronzo ancora una volta alla Cina, con il 15.066 di Cong Shi.
Subito dopo sono scese in campo le finaliste al corpo libero, in una finale all’ultimo millesimo. Fortunatamente, fatta eccezione per la giapponese Hiraiwa, le ginnaste hanno eseguito degli ottimi esercizi. Tanta emozione da parte della reginetta di casa Mai Murakami che, dopo il bronzo alla trave, si mette al collo un sudatissimo oro al corpo libero. Inizialmente, il suo punteggio di 14.966 l’aveva lasciata alle spalle di Angelina Melnikova, ma dopo un ricorso accolto la sua nota D è passata da 5.7 a 5.8, cambiando il punteggio in 14.066 e superando il 14.000 della Melnikova che si è dovuta accontentare della medaglia d’argento. Angelina e Mai, solo qualche mese fa condividevano il terzo gradino del podio alla finale Olimpica a Tokyo, stessa finale che ha visto trionfare Vanessa Ferrari con il meraviglioso argento. La medaglia di bronzo, invece, è andata all’americana Leanne Wong, che paga qualche arrivo impreciso e totalizza 13.833.
La gara si è conclusa alla sbarra. Il primo a salire sull’attrezzo è stato Carlo Macchini. Il nostro Carlo ci ha fatto venire la pelle d’oca con un esercizio incredibile, pieno zeppo di difficoltà da capogiro. Un esercizio da ben 14.966, che ci ha fatto sognare tantissimo. Carlo Macchini supera anche la leggenda vivente della ginnastica artistica Kohei Uchimura, lo supera in casa ed entra a tutti gli effetti tra i grandissimi della ginnastica artistica. A superarlo, sono stati il cinese Xuwei Hu con un esercizio stellare da 15.166; il campione olimpico alla sbarra in carica Daiki Hashimoto con 15.066 e l’americano Brody Malone con lo stesso indentico punteggio di Carlo, ma con una nota E superiore.
Una medaglia di legno che brucia, sicuramente, ma noi sappiamo bene dove possono portare le medaglie di legno parimerito. Questo è l’inizio di una strada lunga, brillante ed emozionante. Grazie Carlo per averci emozionato in questa giornata fenomenale.
L’Italia torna a casa con un bottino di medaglie ed emozioni da paura, un bottino che, tra le altre cose, ci posiziona al terzo posto nel medagliere di questo mondiale, dietro Cina e Giappone e davanti a potenze storiche come America e Russia. Che onore, che gioia, che ricordi indelebili di un mondiale bellissimo, prima di tutto perché i nostri ginnasti e le nostre ginnaste sono riusciti tutti a dimostrare il loro potenziale, prescindendo dalle medaglie e dai titoli. Grazie a tutti, tecnici, ginnasti e grazie anche al Giappone che a partire da Tokyo, sino a giungere a Kitakyushu, ci ha regalato momenti indescrivibili.
Clotilde Formica
Foto: Filippo Tomasi