E’ di ieri la notizia che la Federazione Svizzera di ginnastica ha stilato un “regolamento” per i fotografi che ritrarranno le loro ginnaste. Regole contro la sessualizzazione della ginnastica.
Il divieto ha un fine chiaro: proteggere le ragazze dalla diffusione di immagini definite “eticamente sensibili” durante l’esecuzione degli esercizi di gara. In pratica si “vietano” alcune foto e si invita a scattare quel momento dell’esercizio da altre angolazioni.
Mi nascono una serie di dubbi forse figli, forse, di una incomprensione di fondo della norma. Ve ne propongo alcuni, invitandovi ad esprimere i vostri.
Il fotografo che lavora per la Federazione Svizzera sarà soggetto a questo regolamento. E tutti gli altri? Finchè si parla di gare nazionali il discorso è semplice, ma in quelle internazionali? Il regolamento come farà ad essere valido per fotografi internazionali che lavorano per le agenzie o per testate giornalistiche ecc ecc.
Quindi è una norma a carattere nazionale? Ok, e che impatto potrà avere allora? Oppure è solo il primo passo di un proliferare di nuovi regolamenti nazionali e internazionali?
Come farà la Federazione Svizzera a trovare tutte le foto online scattate dai fotografi durante una gara nazionale? Utilizzeranno un programma apposito? Un ufficio creato ad hoc? L’intelligenza artificiale? Considerando anche i budget che investono le Federazioni nella comunicazione, ho qualche dubbio.
Quali foto saranno considerate da bannare? In tutte le discipline della ginnastica ci sono innumerevoli situazioni che potrebbero essere “vietate” da un regolamento del genere. Sono tante davvero! Quindi tutte quelle foto saranno “bannate”? Pensateci bene a quanti salti e quanti elementi, coreografici e non, potrebbero essere inclusi in questo ban. Quindi ci sarà un elenco preciso? Una appendice al codice dei punteggi?
Ma
a parte questi pochi esempi di dubbi che mi sono venuti in mente a caldo, rimane
dentro di me un pensiero di assurdità della norma. Si vuole vietare quello che alcune
persone vedono “sessuale” in un gesto sportivo. E parliamo di ginnastica. Ma
queste persone vedono “sessuale” un qualunque altro sport praticato da una
ragazza/donna.
Pensate ai commenti che trovate sui social sotto ad innumerevoli foto sportive.
Dalla pallavolo, al calcio (credetemi, ce ne sono tantissimi sulle giocatrici
inglesi per esempio), al nuoto, ai tuffi, al tennis, per non parlare del beach
volley.
Forse vi ricorderete la polemica sulla foto in costume in una posa “ginnica” della bravissima protagonista di nuoto sincronizzato con le tante medaglie vinte alla recente competizione. Ed era in costume, al mare, ripresa di lato!
Proprio oggi, sfogliando Facebook, ho visto una pagina che parla di tennis con in bella mostra una foto di una tennista accovacciata con l’intimo (che intimo non è in quanto sono “short” sotto la gonnellina) visibile. Foto volutamente postata per quel tipo di pubblico, e via di commenti di ogni genere.
Ma allora forse non viene da pensare che in ogni foto, in ogni occasione (della vita normale e non dello sport), la mente di queste persone pensa subito a “quello”? E quindi togliamo tutte le immagini di atlete femminili?
Inoltre, parlando da professionista del settore, non posso tacere su un altro aspetto a me molto caro.
Quanti di quei fotografi che stanno scattando in una competizione sono veramente professionisti? Quanti hanno la capacità e la sensibilità di decidere quale foto può andare bene o no? Quanti si trovano a scattare in quella competizione solo perché hanno prodotto una richiesta di accredito e sono stati accreditati senza controllare se sono professionisti, se hanno pubblicazioni di quello sport nel loro curriculum, se collaborano con testate giornalistiche che si occupano di quello sport, se magari sono anche iscritti all’ordine dei giornalisti?
Mi ricordo che anni fa sotto una foto di una ginnasta su un noto social, in una serie di commenti sulla capacità di definizione di una macchina fotografica, l’autore della fotografia se ne uscì con un commento di uno squallore indicibile. E secondo voi un “regolamento” come quello di cui parliamo farebbe cambiare il suo modo di pensare, di scattare e di commentare?
Quante volte a scattare, e poi a postare migliaia di fotografie sui social, ci sono persone che mancano di esperienza nel settore, che non sono lì per lavoro, ma solo perché “vogliono essere lì” e magari non hanno quella sensibilità che si dovrebbe avere?
Con questo anche tra i professionisti ci sono tipi diversi di approccio al lavoro, non si può negare. Ma con l’avvento della fotografia digitale si è sviluppata la “moltiplicazione” dei fotografi accreditati. E credetemi, spesso, solo una piccola percentuale è presente per lavoro e non per piacere.
Tornando alla ginnastica e a questa novità proveniente dalla Svizzera, personalmente non penso serva a molto se non a farne parlare (che già è una buona cosa però). Ma chi vede “sessuale” un qualunque gesto sportivo, di sicuro rimarrà con il suo modo di pensare e vedrà “sessuale” qualche altra foto che un’altra persona potrebbe giudicare solamente come “foto di una sportiva durante un momento di gara”.
Come sempre mi sbaglierò, ma avevo bisogno di parlarne.
Filippo Tomasi