Una finale al cardiopalma alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La finale AA femminile era apertissima, fare un pronostico preventivo era davvero molto difficile. Agli scudi per l’Italia c’erano Martina Maggio e Alice D’Amato che si sono ben difese alla loro prima Olimpiade. Nel sestetto di punta c’erano le americane Sunisa Lee e Jade Carey, la brasiliana Rebeca Andrade, la belga Nina Derwael e le due ginnaste russe Vladislava Urazova e Angelina Melnikova.
La gara si è letteralmente giocata sui centesimi. Il sestetto ha iniziato al volteggio dove la Andrade ha eseguito un Cheng pazzesco fruttatole 15.300. Dietro di lei le americane Lee e Carey rispettivamente con 14.600 e 15.200 mentre le russe hanno iniziato la loro rincorsa con 14.500 (Urazova) e 14.633 (Melnikova).
In prima rotazione Alice ha aperto la gara con la trave, dove purtroppo è incappata in una caduta, ottenendo 11.633. Gareggiare in una finale olimpica non è una cosa da poco, e ricordiamo che le nostre ginnaste sono fresche di un’impresa storica, con lo straordinario quarto posto ottenuto nella finale a squadre.
Martina Maggio, invece, ha iniziato al corpo libero eseguendo un ottimo esercizio che le vale un 13.000 tondo tondo.
In seconda rotazione il sestetto agguerritissimo si è spostato agli staggi. Qui a brillare sono state Sunisa Lee con 15.300 e la reginetta belga Derwael con 15.266. Rebeca Andrade ha sfoderato tutte le difficoltà che aveva in tasca e ha confezionato un ottimo esercizio da 14.666. Buonissima anche la gara delle due russe rappresentanti della squadra ROC: Urazova ottiene 14.866 mentre Melnikova 14.900.
Nel mentre Alice era impegnata al corpo libero, dove fa bene ottenendo 12.966 mentre Martina Maggio sfodera un ottimo salto al volteggio da 14.033.
A metà gara l’assetto del podio era più che mai incerto, le ragazze si sono spostate sui 10 centimetri della trave, dove l’americana Jade Carey ha detto addio ai sogni di gloria a causa di una caduta. Fanno bene, invece, le altre ragazze nonostante qualche sbilanciamento. Strabiliante la prova di Urazova che ottiene 14.200 per il suo esercizio, mentre Melnikova (13.700) e Lee (13.833) pagano qualche vistoso sbilanciamento. Rebeca Andrade sfoggia il suo sangue freddo sull’attrezzo e si assicura l’esercizio con 13.666.
La terza rotazione delle italiane si è giocata al volteggio per Alice, dove ottiene un ottimo 14.300, mentre Martina si è lasciata tradire dall’emozione e ha commesso un errore alle parallele con una oscillazione a vuoto, ottenendo 12.466.
In fine, la gara si è conclusa al corpo libero dove abbiamo visto una serie di incredibili esercizi. Ad aprire le danze è stata Nina Derwael che con il suo 13.433 deve accontentarsi del sesto posto. Dopo di lei è stato il turno della russa Urazova che ottiene 13.400, punteggio non si rivela sufficiente per salire sul podio. A seguire la compagna di squadra Angelina Melnikova ci ha incantati con un esercizio da 13.966 che le vale un bronzo individuale.
È stato poi il momento della neo campionessa Olimpica Sunisa Lee, lo scettro rimane in USA grazie al suo esercizio da 13.700 che le regala una meravigliosa medaglia d’oro. L’argento va invece a una grandissima e storica Rebeca Andrade con 13.666, purtroppo la brasiliana esce due volte di pedana e quei quattro decimi le costano il gradino più alto del podio. Rebeca era vicinissima a un’impresa che all’inizio di questa rassegna sembrava impensabile. Ma il risultato da lei raggiunto è altrettanto storico e commovente.
La gara delle nostre italiane, invece, si è conclusa per Martina alla trave, dove esegue uno bellissimo esercizio, molto preciso. 13.066 per lei che agguanta il diciannovesimo posto nella classifica finale totalizzando 52,656. Alice era alle sue parallele e ha eseguito un ottimo esercizio, peccato per la caduta sull’uscita, dovendosi accontentare di un 13.000. La sua posizione è subito alle spalle di Martina, al ventesimo posto con un totale di 51,899. Un plauso per le nostre ragazze è davvero d’obbligo. La loro prima Olimpiade finisce qui ma quante emozioni ci hanno regalato, quanta tenacia hanno dimostrato e quanto carattere soprattutto. Grazie ancora una volta ragazze.
Clotilde Formica
Foto: FIG