Il diario di Katelyn Ohashi

“La maggior parte dei bambini a 12 anni gioca. Io? Io mi allenavo 36 ore alla settimana, ero sui poster e in molti giornali, perché facevo parte della squadra nazionale.
Non avevo voce in capitolo, dovevo rispettare le aspettative che gli altri avevano su di me ed è per questo che ho dovuto sopportare commenti crudeli e cattivi sul mio fisico, commenti da parte di tutti (allenatori, compagne, fan, membri dello staff tecnico nazionale, followers, di mia madre e persino miei). 
Ho iniziato a stare male a 13 anni, pesavo poco più di 30 kg. Mi dicevano che sembrava che avessi ingoiato un elefante o un maiale, dipendeva dai giorni. Sono stata paragonata ad un uccello, ma troppo grasso per volare. 
Se c’erano dei giorni in cui sembravo troppo “grassa” per allenarmi, prima di iniziare dovevo correre e sudare, sudare tanto, fino a che non sembravo finalmente “pronta” per allenarmi. Mi è anche stato chiesto di firmare un contratto in cui praticamente mi veniva proibito di allenarmi fino a che non avessi perso peso. Ricevo ancora oggi dei commenti poco carini su YouTube o Instagram e purtroppo tutti questi commenti mi fanno tornare in mente quel periodo, quel periodo in cui non amavo il mio corpo. La mia autostima si deteriorava ogni volta che sentivo certi commenti. 
In quegli anni per sfogarmi iniziai a scrivere e ora ho deciso di rendere pubbliche alcune pagine del mio diario, affinché ci si prenda cura del problema, perché nessuno deve provare quel che ho provato io.

– Giugno, 2010.

Da quando sono entrata nella squadra nazionale, l’anno scorso, ho iniziato a sentire le pressioni su come dovevo essere, il mio corpo doveva rispettare i canoni di quelli di una ginnasta in nazionale. Il mio allenatore dice che se sbaglio o cado è colpa del fatto che io sia troppo pesante, quindi ho iniziato a misurarmi con le mani le cosce ogni giorno per vedere se diventano più grandi. Di solito riesco a prenderla tutta con le due mani, ma oggi quando ci ho provato non ci sono riuscita. Appena me ne sono accorta, mi sono sentita distrutta e ho detto a me stessa che non avrei finito il panino che avevo per pranzo e che a cena avrei mangiato solo verdure. Adesso però ho fame, ho proprio fame, se potessi andare a dormire adesso, però dormirei lo stesso. Sono abituata a svegliarmi con la bocca che sa di ferro, ho talmente tanta fame che quando mi sveglio ho la nausea.

– Gennaio, 2011.

Mia mamma è una persona estremamente salutista, compra solo cose che fanno bene e pure il mio cane mangia solo cibo biologico. Mio fratello invece, può mangiare quello che vuole che non mette su un filo di grasso, mia mamma gli compra quello che vuole e poi però lo nasconde da me, perché sa che non è sano per un’ atleta mangiare quelle cose. Io capisco che lo fa per il mio bene, ma a volte mi sembra che ovunque io vada e con chiunque io stia ci sia qualcuno a dirmi che sono troppo pesante e che devo dimagrire. Non mi sento a mio agio nemmeno a casa. Fortunatamente lavora fino a notte tarda, quindi quando sono sola e ho fame cerco il cibo e me lo mangio. Stasera però ho mangiato troppo, mi faccio schifo, sento il grasso che cresce sulle mie gambe. Non posso andare in palestra così domani, quindi adesso faccio allenamento finché non sono esausta e finché la mia coscienza non mi permetterà di addormentarmi.

– Dicembre, 2011.

Allenarmi di notte sta iniziando a pesarmi, ma allo stesso tempo non riesco più a controllarmi quando mangio. Quindi ho pensato ad una soluzione: la bulimia. So che non è sana, ma potrebbe essere l’unica soluzione per salvarmi.
Sono stanca di mangiare solo verdure e sono stufa di correre per poi potermi guardare allo specchio senza sentirmi in colpa.
Questo è il quinto lunedì di fila che vengo cacciata perché sono troppo pesante. Sono ossessionata dal mio peso, non posso più iniziare l’allenamento senza pesarmi e non posso andare via dalla palestra se non peso meno di quando sono arrivata. Di notte piango e siccome non ho nessuno con cui parlare, scrivo. Scrivere è la mia unica via di fuga.

Queste sono solo alcune pagine del mio diario. Le pubblico con dolore e con i brividi, perché certi momenti non si superano. Continuerò nel prossimo articolo con altre pagine del mio diario”.

– Katelyn Ohashi.
via: behindthemadnesssite.wordpress.com

La Ohashi è stata una delle più grandi promesse che la ginnastica mondiale abbia mai avuto. L’unica in grado di battere Simone Biles (American Cup 2013).
Katelyn non è mai riuscita ad avere la carriera senior che si meritava né a raggiungere il sogno olimpico a causa dei troppi infortuni (questo quello che aveva detto la stampa), ma ad oggi le verità affiorano come fulmini a ciel sereno, o quasi sereno viste le recenti dichiarazioni e denunce.

Ci preme sottolineare a tutte voi, atlete e non, che ci leggete, che la bulimia non è una soluzione, la bulimia è una patologia e di bulimia si può anche morire! Nessuno ha il diritto di commentare il vostro fisico in quel modo, nessun allenatore, degno di essere chiamato tale, vi può cacciare dalla palestra perché pesate troppo. 
E altra cosa importante: NON siete soli, non lo siete mai. Parlate con chi vi sta vicino, parlate di qualsiasi cosa, una soluzione si trova sempre. Si trova.

P.s. Shawn Johnson è stata una delle ginnaste più forti al mondo e le sue gambe forse non stavano fra le sue mani, ma le medaglie, mondiali ed olimpiche, sì, quelle ci stavano benissimo!

S.V.

 

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